Trapani, città ricca di storia e tradizioni, si estende nella parte più occidentale della Sicilia, in una posizione strategica che da sempre le ha permesso di godere di un’economia basata soprattutto sulla pesca ed in particolare sulla lavorazione del tonno.
Fin dal Medioevo infatti, questa terra tra i due mari è stata luogo di passaggio delle migrazioni dei tonni e ciò ha permesso ai pescatori locali di sviluppare diverse tecniche di cattura di questo enorme e forte animale. Vista da molti turisti come semplice attrazione folkloristica, la pesca del tonno praticata fin dall’antichità nei mari trapanesi, rappresenta il duro lavoro di uomini che a ritmo di canti, le cosiddette cialome, si muovono all’unisono con la sola forza delle proprie braccia per vincere la lotta col tonno. Un vero e proprio combattimento per la sopravvivenza, senza alcuna prevaricazione su questo animale bensì praticato con grande rispetto, in un momento rituale, quasi liturgico, accompagnato da preghiere e ringraziamenti ai Santi.
La pesca del tonno.
Il più antico e tradizionale metodo di pesca del tonno rosso (nome che deriva dalla colorazione della carne) è senza dubbio la mattanza. Tale pratica fa parte di una serie di fasi che costituiscono la pesca che si sviluppa nelle tonnare, in particolare in quelle che si trovano nella provincia di Trapani.
Nello specifico i tonni, durante la migrazione, grazie all’esperienza dei tonnaroti (pescatori del tonno), vengono indirizzati all’interno delle vasche costruite nelle tonnare. È proprio nell’ultima vasca che avviene la mattanza, ovvero la cattura del pesce.
Le carni del tonno pescato nella mattanza risultano essere le più gustose e pregiate in quanto con tale metodo vengono catturati esemplari molto grandi, il cui peso arriva ben oltre i 100 kg. Una volta pescato, il pesce viene dissanguato e preparato per una lunga lavorazione.
Dal tonno vengono ottenuti diversi prodotti, successivamente conservati in olio extravergine d’oliva oppure trattati con il sale locale secondo i tradizionali metodi della salatura e della salamoia. Filetto, guance, gonadi e veri e propri salumi: lavoriamo tutto quello che si può mangiare. Il tonno è per noi un vero e proprio “maiale del mare”.
Ma torniamo adesso alla mattanza. Questa tipologia di pesca è ormai scomparsa a causa della notevole diminuzione numerica dei tonni che è sicuramente dovuta all’aumento dell’inquinamento dei mari (in genere) ed alla pesca di tipo industriale che intercetta i branchi di tonno già molto prima che questi riescano ad avvicinare le zone costiere. Detta tipologia di pesca, eseguita mediante l’impiego di diversi mezzi tra i quali elicotteri e barche di grosse dimensioni, si chiama “tonnara volante”.
Le tonnare trapanesi.
Trapani, nonostante l’evoluzione delle varie pratiche moderne, oltre che alle tradizioni, è sempre rimasta legata alle tonnare intese come strutture.
Purtroppo non conservati nei migliori dei modi, questi giganti edifici, simboli della città, si trovano tutt’oggi in varie parti del territorio trapanese e vengono visitati da milioni di turisti che rimangono affascinati dai particolari e dalla storia che trapela da quelle mura.
Proprio nel bel mezzo di Trapani, precisamente nel quartiere Cappuccinelli, sorge la Tonnara Tipa che dà il nome ad una delle spiagge più gettonare della città. Mare cristallino e spiaggia dorata da poter fare invidia persino ai Caraibi.
La tonnara Tipa si estende in una zona pianeggiante, nella parte nord-est della città. In realtà, il suo nome è San Giuliano Palazzo e, risalendo al XVII secolo, è senza alcun dubbio l’emblema della Trapani antica.
Durante la lunga storia di questa tonnara, la prima della Sicilia Occidentale, sono stati numerosi i proprietari che si sono susseguiti: la famiglia Fardella, la famiglia Borghese di Roma e la famiglia Serraino che la diede poi in gestione a Vito Tipa, cittadino trapanese dal quale deriva il nome attuale della tonnara. Quest’ultimo utilizzò lo stabile come conservificio di prodotti ittici.
Ricco di storia, questo edificio si trova a due passi dalla piccola Chiesa di San Giuliano a La punta, martire cartaginese e patrono di Trapani ed Erice fino al XVIII secolo, nonché da una torre di avvistamento che veniva utilizzata per la difesa dai pirati provenienti dal Nord Africa che si avvicinavano alle coste trapanesi per rubare principalmente il pesce lavorato dalle tonnare. Quest’ultima secondo molti è una delle cinque torri che fanno parte dell’emblema della città.
La tonnara Tipa è stata chiusa nel 1961 e ad oggi, purtroppo, risulta essere in rovina.
Tra pesca ed arte.
Nonostante lo scarso interesse della varie amministrazioni e la negligenza generale, la Tonnara Tipa rimane una bellezza indiscutibile, luogo di ispirazione per numerosi artisti.
Tra questi citiamo con immenso piacere Giulia Trippetti, giovane ragazza che da una fotografia scattata all’interno della Tonnara Tipa ha dato vita ad un modello inedito di borse progettate e realizzate con un particolare design.
Per scoprire la collezione di Giulia, e soprattutto questo bellissimo modello chiamato “prezioso”, cliccate questo link.
Riportiamo di seguito le parole dell’artista:
“Non so se vi sia mai capitato di entrare in un luogo abbandonato, con l’adrenalina e il desiderio di scoprire qualcosa di celato. L’ultima piacevole scoperta l’ho fatta fotografando una vecchia tonnara abbandonata. Non rimane più molto dell’originaria struttura ma, ciò che rapisce è indubbiamente la strategica posizione e la linearità dei pochi archi rimasti ancora intatti. Eppure, di quello che una volta doveva essere l’ingresso principale al mare, mi ha colto subito all’occhio un particolare del pavimento. È così che nasce il Modello PREZIOSO.”
La tonnara Tipa non è l’unica tonnara presente nel territorio trapanese, ma per gli altri bellissimi e storici edifici abbiamo pensato di scrivere una articolo dedicato.
One comment
Simone
Complimenti, articolo bellissimo! La nostra Trapani non smette di stupire 😍
Il Tipico, oltre a farci gustare ottimi prodotti di tonnara, ci racconta storia e tradizioni della città. Grazie di cuore ❤️